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Il giorno successivo questo colloquio ha luogo. Una volta andato via il Magistrato, però, tra le 15 e le 16, circa 400 agenti di polizia penitenziaria sarebbero entrati nel reparto in tenuta antisommossa, con i volti coperti dai caschi, e lì, in gruppi da sette, sarebbero entrati nelle celle prendendo i detenuti a schiaffi, calci, pugni e colpi di manganello. Dopo un primo pestaggio li avrebbero trascinati in corridoio, continuando lì e costringendoli alla fuga verso le scale e fino all'area dedicata al passeggio. Alcuni caduti per strada sarebbero stati dati altri colpi. Ad altri invece sarebbe stato chiesto di uscire dalle celle per una perquisizione. Una volta denudati sarebbero stati insultati e pestati. Vari detenuti, dopo il pestaggio, sarebbero stati costretti a radersi barba e capelli. A operazione finita alcuni sarebbero stati messi in isolamento, altri trasferiti in altri istituti. Nei giorni seguenti molte telefonate non sarebbero state consentite. A chi invece era consentito chiamare sarebbero state rivolte minacce nel caso in cui avessero raccontato gli eventi.
Questa infezione può danneggiare in via permanente il cervello e in alcuni casi può dimostrarsi addirittura fatale. Può non manifestarsi subito, ma anche dopo diversi anni dal contagio. Un occhio di riguardo devono averlo soprattutto le donne in gravidanza. Il morbillo infatti può causare un infiammazione fatale all'interno dei polmoni, portare all'aborto e ad un parto prematuro. Morbillo: come evitare il contagio Per evitare il contagio è necessario non stare in un luogo chiuso, dove al suo interno vi è una persona affetta da morbillo. E' per questo motivo che i bambini durante il periodo scolastico si ammalano di morbillo, varicella, rosolia, scarlattina, quarta malattia, quinta malattia, sesta malattia, pertosse e parotite ( malattie esantematiche dei bambini). Tornando a noi, purtroppo il morbillo è contagioso anche quattro giorni prima dalla comparsa delle macchie rosse, ma il periodo di maggior pericolo sono i primi quattro giorni da quando l'eruzione cutanea si è manifestata. Sono maggiormente a rischio, tra le persone che non hanno ancora sviluppato l' immunità o non sono state vaccinate, coloro che hanno nel corpo poca vitamina A, la fibrosi cistica, malattie ai reni o al cuore.
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