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L'Ilva di Taranto Che cos'è l'Ilva | Il caso Ilva | Le date fondamentali | Chi è Arcelor Mittal | Il ruolo del governo Conti e del ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio Una storia lunga un secolo. È quella dell'acciaieria Ilva di Taranto, il maggior stabilimento per la lavorazione dell'acciaio in Europa. Il caso, che non si è ancora concluso, risale al 2012, quando la procura di Taranto stabilì la chiusura del polo siderurgico e l'arresto dei suoi dirigenti, a causa delle gravissime violazioni ambientali che portarono alla morte di centinaia di persone. Da allora è iniziato un lungo e complicatissimo iter nel quale lo stato ha cercato di salvare l'azienda dalla chiusura, sia per evitare la perdita del lavoro di migliaia di persone, sia per l'importanza fondamentale dell'azienda per l'economia italiana. TPI ha riassunto in breve l'intricata vicenda: Che cos'è l'Ilva L'Ilva è la più grande acciaieria d'Europa e i suoi problemi riguardano in particolare il suo stabilimento maggiore, quello di Taranto, dove le emissioni inquinanti del sito produttivo hanno causato negli ultimi decenni la morte di un imprecisato, ma molto elevato, numero di operai e abitanti della città pugliese.

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Il blocco dell'impianto avrebbe aggravato una situazione di per sé critica. Mi auguro che il piano industriale di Arcelor Mittal tenga in considerazione la decisione dell'autorità giudiziaria. La priorità è garantire i livelli occupazionali. No ad ulteriori esuberi». «Il rifiuto - dichiara il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa - da parte del Tribunale di Taranto contro lo spegnimento dell'altoforno 2 è una buona notizia poiché evita il ricorso alla cassa integrazione strutturale per 3. 500 addetti, per i quali è necessario il reintegro in azienda. Allo stesso tempo è necessario che Mittal rispetti tutti i vincoli prescritti per evitare rischi di incidenti sull'impianto. Il mancato spegnimento dell'altoforno 2 lascia irrisolti i veri nodi del contenzioso tra Governo e Mittal. L'incompetenza della politica, e quindi del Governo stesso, ha messo a nudo il deficit di conoscenza nell'approcciare al dossier Ilva, a partire dal mancato scudo che da lì in avanti ha provocato solo dei disastri con la compiacenza dello stesso Esecutivo.

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Nello stesso tempo bisogna anche mettere in evidenza che non si può neanche ignorare la legge per sempre: prima, meglio che poi, l'impianto dovrà essere a norma, completamente regolare e funzionante, anche perché è uno dei responsabili dell'alta mortalità dell'area, insieme alla centrale elettrica ed all'arsenale militare. Una soluzione deve essere trovata e potrebbe essere di buon senso: un prolungamento dell'immunità limitato in cambio di un processo, controllato e verificato, di messa a norma della fabbrica in ogni suo elemento. Un impegno di ArcelorMittal ad eseguire, ma anche del MISE a controllare, perché tutto questo non rimanga soltanto un pezzo di carta., ed il tutto nella speranza che, una volta cessata l'immunità, non ci sia qualche PM in vena di protagonismo. Perché, diciamolo chiaramente, ILVA è una delle cause dell'alta mortalità dell'area tarantina, non l'unica, e non diventi quindi il capro espiatorio delle inadempienze altrui.

Ilva: le ultime novità. Cosa accadrà all'acciaieria di Taranto?

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Lo stabilimento ex Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi (Ansa) Milano, 11 novembre 2019 - Sul caso ex Ilva il governo passa alle vie legali. I commissari straordinari sono pronti a presentare un ricorso contro la decisione di ArcerlorMittal di recedere dal contratto di affitto, preliminare all'acquisizione. L'atto sarà depositato nei prossimi giorni al Tribunale di Milano. Sempre al foro milanese dovrebbe arrivare nei prossimi giorni l'atto di recessione dell'azienda. Nel ricorso con urgenza e cautelare, ex articolo 700, i commissari sostengono non ci sono le condizioni giuridiche per il recesso e che quindi il colosso franco-indiano dell'acciaio deve andare avanti. Intanto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri torna a parlare di prospettive per il futuro del polo siderurgico tarantino: "Il governo deve concorrere a una soluzione per il rilancio dell'Iva" che sia "in una prospettiva di sviluppo di mercato", ed "è impegnato per questo", ha detto Gualtieri. Che però ammonisce: "Ma si richiami ArcelorMittal al rispetto degli impegni industriali e ambientali che ha preso".

Avremmo voluto fare una diretta streaming, ma loro, proprio il Movimento dello streaming, non so perché, ce l'ha impedito». Nessuna risposta o soluzione è arrivata: «Sia il ministro che i tecnici continuavano a parlare dei "poteri forti" e della difficoltà di riconvertire quell'impianto. "Ci sono dei territori sfortunati", ha detto a un certo punto uno dei tecnici. Quando siamo andati via ci hanno detto: "Se fate un comunicato sentiamoci, così ci mettiamo d'accordo". Lì mi sono cadute le braccia». Sembra passata un'eternità da quando il Movimento a Taranto otteneva un plebiscito alle elezioni politiche del 4 marzo, raccogliendo oltre il 47% dei voti. «Non è un caso che né Di Maio né Costa qui siano mai venuti», sottolinea Bonelli. Ad avere la rabbia negli occhi sono anche i tanti lavoratori finiti in cassa integrazione fino al 2023. Mirko è uno di questi. «Siamo stati beffati ancora una volta. Sia dalla politica, sia dai nuovi proprietari. A cosa serve donare un giro gratuito sulla pista di ghiaccio ai bambini se poi i dati ambientali sono disastrosi?

Questo non significa necessariamente che tale scelta debba coincidere con la disdetta degli impegni assunti verso l'ex Ilva, ma è lecito attendersi che, essendo nel frattempo aumentate le criticità per la resa economica degli investimenti, già complicate in precedenza dalle condizioni ambientali e dagli interventi della magistratura, saranno richiesti ulteriori supplementi di risorse da parte dello Stato e sacrifici aggiuntivi per i lavoratori. Far quadrare il cerchio non sarà affatto semplice. Le risorse disponibili per lo Stato si sono ridotte a fronte di una domanda di interventi, anche per l'ingresso nel capitale delle aziende in difficoltà, che è destinata a crescere con l'aggravarsi della crisi. Per le stesse ragioni i programmi espansivi delle altre aziende partecipate dallo Stato che hanno insediamenti a Taranto, e sui quali si contava per offrire una soluzione occupazionale ai potenziali esuberi dell'ex Ilva, dovranno essere ridimensionati. Pubblicità Sarà necessario da parte di tutti uno sforzo inedito per offrire risposte sostenibili a una situazione che era già drammatica in precedenza.

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January 1, 2023

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